Oggi per Retrobottega abbiamo intervistato una ragazza a dir poco spumeggiante, per citare The Mask.
In Chiara Sonda convivono sia la passione per l’handmade, che si riversa sulle bellissime ceramiche Chiarasonda, che l’animo da commerciante che le ha fatto aprire un negozio bellissimo…il Negozio Sbagliato.
Ecco quello che ci ha raccontato:
1. Ciao, presentati e presenta il tuo progetto.
Chiara Sonda, classe 1988, laureata in Design & Arti, commerciante di giorno, designer la notte e un unica certezza: “ non vivere di certezze”.
Esteta eclettica, attenta a tutto ciò che può essere recuperato.
Astrolamp è una lampada in ceramica completamente assemblata a mano, progetto fortunato presentato al Salone del Mobile di Milano, ha dato visibilità a livello nazionale ed internazionale.
2. Da dov’è arrivata l’ispirazione che ti ha permesso di partire con il tuo lavoro handmade?
Vi è mai capitato di fare e rifare gesti e operazioni nel privato e nel lavoro, che a furia di riperterli giorno dopo giorno diventano automatismi, una sorta di operazioni meccaniche a cui non facciamo più caso?
… come guidare, andare in bicicletta, o come nel caso del ceramista gettare un pezzo di ceramica non destinato alla produzione.
L’osservazione di meccanismi a noi sconosciuti ci porta a vedere le cose da un altra prospettiva! quella creativa!
3. Secondo te quale sarà il futuro dell’handmade in Italia?
Credo che il futuro dell’handmade in Italia sia già presente, a testimoniarlo una serie di eventi locali e nazionali, che fanno interagire sotto lo stesso tetto ( e a volte nella stessa piazza o parco) saperi artigianali con quelli legati alle ricette e ai prodotti grastronomici che più ci caratterizzano e ci rendono attraenti agli occhi del mondo.
Ogni giorno leggo articoli di storie simili alla mia, c’è un mondo di giovani pronti a rischiare e ad investire su se stessi, spero che con il tempo anche l’Italia dei “distratti” impari a riconoscere questo stato di fatto. 😉
4. Può la tua passione diventare una professione, sostenibile e remunerativa a livello economico? Hai dei suggerimenti basati sulla tua esperienza e dei progetti futuri in tal senso?
Il percorso è bello tosto, bisogna saper mantenere ben chiara la nostra “visione” avere le capacità per farla maturare e un buona dose di fortuna per renderla concreta e sopratutto remunerativa.
La pazienza è un elemento che non fa parte del mio dna, ma è una delle cose più importanti se vuoi affrontare un percorso “trasversale ” ai soliti canali.
5. Parlando di OPUS: c’è qualche espositore che ti ha particolarmente colpito e con cui potresti eventualmente collaborare?
Parlando di Opus, è uno dei pochi eventi in cui si respira aria buona, si ammirano cose belle e ci si conosce in modo rillassato. Si creano legami, amicizie e collaborazioni con persone più o meno vicine, come Lahar, Orca, Greta Pigatto o Anna Quinz, o ci si porta in bottega progetti come Piccolo vegs for pots da condividere con le clienti del Negozio Sbagliato!