Oggi il protagonista di Retrobottega è il mitico Peppetto con il suo progetto Ground Up Furniture.
Voi non lo sapete…ma senza di lui alcune cose della terza edizione non sarebbero state possibili!
Ciao, presentati e presenta il tuo progetto.
Ground Up è acciaio, legno e oggetti riciclati con uno stile industriale. Il tutto unito ad una passione per le cose fatte a mano, quelle che richiedono tempo, pazienza ed esperienza. Ground Up vuol dire anche ripartire. Ripartire dai materiali che nascondono utilizzi inaspettati, dalla manualità e dal design continuamente ricercati, per reimmaginare un lavoro che racchiuda il sapere, la manualità e la curiosità. Il nostro arredamento si basa sulla ricerca continua dei materiali. Ci piacciono quelli resistenti e affidabili. Utilizziamo oggetti di riciclo, un tempo destinati alla fabbrica e ricollocati in un contesto di arredo pubblico o privato. Il design pratico ed essenziale si unisce al sapere artigianale, permettendo un risultato finale innovativo e autentico, destinato a durare nel tempo.
Da dov’è arrivata l’ispirazione che ti ha permesso di partire con il tuo lavoro handmade?
Da una parte è’ stato l’incontro con persone che già svolgevano una attività di autoproduzione artistica o artigianale. Ricordo sempre con piacere le ore passate a conoscere le loro ispirazioni, la loro voglia di far conoscere le loro produzioni, i loro esperimenti ricchi di creatività. Dall’altra è stato un corso di design che ho seguito qualche anno fa a darmi alcune basi per ragionare su di una produzione interamente mia. Poi infine è stato il mio passato a portarmi fino a qui: ho sempre lavorato il ferro e il legno in maniera industriale…..si trattava solo di dare sfogo all’ispirazione.
Secondo te quale sarà il futuro dell’handmade in Italia?
Può la tua passione diventare una professione, sostenibile e remunerativa a livello economico? Hai dei suggerimenti basati sulla tua esperienza e dei progetti futuri in tal senso?
Rispondo unendo le due domande: per me il sogno è quello….far diventare un lavoro quello che è la tua passione…cosa c’è di più bello? Ci sto lavorando…e nell’incontro con altri makers che stanno percorrendo la mia stessa esperienza emerge la necessità di coniugare i sogni con la vita di ogni giorno e con i “bisogni” più essenziali. Credo che alcune domande dobbiamo riuscire a farcele: pensiamo di lavorare in nero tutta la vita? Pensiamo di aprire ognuno una partita iva? Io credo ancora nel collettivo o nella possibilità di aprire percorsi di condivisione di reti ( che siano di comunicazione o di aspetti logistici….fino ad arrivare a percorsi di cooperazione seria e sostenibile)
Parlando di OPUS: c’è qualche espositore che ti ha particolarmente colpito e con cui potresti eventualmente collaborare?
Prima di tutto mi ha colpito OPUS….la vostra rete è veramente una grande cosa, e credo che nel tempo siete riusciti ad essere autorevoli e a costituire un punto di riferimento importante in provincia (ma credo che iniziate a farvi conoscere a livello nazionale)…..gli espositori sono stati tutti molto belli e con una idea sempre innovativa dietro. Con alcuni espositori presenti, abbiamo già affrontato l’idea di possibili collaborazioni….